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Serie A

Buongiorno e quel retroscena sulla Juventus: “Non potevo tradire la mia storia”

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C’è chi non potrebbe mai tradire i propri colori: uno di questi è sicuramente Alessandro Buongiorno, torinese e granata nell’animo.

Non sono pochi i giocatori che nel corso della storia sono passati da una squadra all’altra della stessa città. In alcune città è magari meno frequente, ma capita un po’ in tutte le realtà cittadine che hanno due compagini: non pochi sono i giocatori passati dalla Juventus al Torino (e viceversa) e non possiamo in tal senso non pensare a Gleison Bremer e Angelo Ogbonna, con quest’ultimo che in conferenza stampa diede un’ottima spiegazione del perché non avrebbe mai potuto dire che non avrebbe mai lasciato la compagine granata per passare in bianconero (il video lo potete vedere qualche riga più sotto).

Buongiorno rivela un retroscena sulla Juventus: “Non potevo tradire la mia storia” – Foto Ansa – osservatoriocalcioitaliano.it

C’è invece chi a fare uno sgarbo del genere non c’è riuscito, nonostante ne avesse avuto la possibilità. Un caso è rappresentato da Alessandro Buongiorno, difensore del Napoli dalla scorsa estate, ora fermo per infortunio, che ai microfoni de La Stampa ha raccontato della volontà della Juventus di ingaggiarlo dal Torino: “La Juve? Interesse vero: mi hanno cercato prima che da Napoli manifestassero la volontà di portarmi qui, ci ho parlato, ma ho parlato, spesso, con me stesso: non potevo tradire la mia storia, sono nato e cresciuto granata. L’ho spiegato a Thiago Motta, per me un grande allenatore”.

Il difensore nel giro della Nazionale ha quindi raccontato di un altro trasferimento saltato, quello all’Atalanta: “Quando si era fatta viva l’Atalanta, avevo deciso di rimanere al Toro dopo un giro di consultazioni (sorride, ndr) con familiari, amici, conoscenti. Quando si è fatta viva la Juventus ho deciso da solo…”.

Buongiorno e Conte, ecco come è stato convinto di trasferirsi a Napoli

Buongiorno ha quindi raccontato il retroscena del trasferimento al Napoli, con il primo incontro col suo futuro allenatore Antonio Conte: “L’incontro è del tutto casuale, ma scatta subito qualcosa. Lo so, può essere difficile crederlo. Il ct Spalletti ci dà un giorno di riposo prima degli Europei e, così, organizzo una serata in un ristorante di Torino: siamo una decina, il cameriere mi avvicina: ‘Ale c’è il tuo nuovo mister nell’altra sala’. Che il Napoli mi volesse non era un mistero, ma, io, era la prima volta che parlavo con Conte. Non è un luogo comune: ti entra nella testa per come lavora, per i consigli che ti dà, per le motivazioni che riesce a tirarti fuori”.

Doveroso, a pochi giorni dalla commemorazione, un pensiero su Superga: “L’ho già detto: il Toro è la mia vita (è nato a Torino e cresciuto nei granata, ndr). La commozione di Duvan (Zapata, ndr) mi ha dato i brividi: gli ho scritto un messaggio prima che leggesse i nomi di quella squadra unica al mondo e di chi se ne è andato insieme con loro”.

Per finire, una battuta sulle tempistiche del suo recupero: “Lavoro per la gara con il Cagliari, l’ultima al Maradona. Spalletti si è informato sulle mie condizioni, vedremo se ci sarò con la Norvegia”.