Il parassita della schistosomiasi si diffonde in Europa: casi in aumento in Corsica, Spagna e Portogallo. E in Italia?
La schistosomiasi, una malattia parassitaria tipica delle regioni tropicali, sta emergendo come una nuova minaccia per la salute pubblica in Europa, nonostante regioni tropicali nel Vecchio Continente non ve ne siano. Il parassita, trasmesso da alcuni molluschi d’acqua dolce, è stato recentemente identificato in corsi d’acqua di Corsica, Spagna e Portogallo, suscitando preoccupazione tra gli esperti.
Il ciclo vitale del parassita coinvolge alcuni molluschi d’acqua dolce (lumache, specialmente) come ospiti intermedi. Le larve, note come cercarie, vengono rilasciate nell’acqua e possono penetrare la pelle umana durante attività come il nuoto o il lavaggio in acque contaminate. Una volta all’interno del corpo, le larve maturano e rilasciano uova che possono causare danni agli organi interni.
I sintomi dell’infezione variano da eruzioni cutanee e prurito a complicazioni più gravi come danni agli organi interni, infertilità e, in casi avanzati, carcinoma della vescica (diventando quindi potenzialmente mortale). Nei bambini, infezioni ripetute possono portare a ritardi nella crescita.
Il cambiamento climatico, con l’aumento delle temperature, ha reso le acque dolci europee più ospitali per queste lumache portatrici del parassita. Inoltre, la mobilità umana ha facilitato l’introduzione del parassita in nuove aree. Dal 2014, oltre 120 casi sono stati confermati in Corsica, con ulteriori focolai segnalati in Spagna e Portogallo.
Per quanto riguarda l’Italia, poiché nessuna delle specie di mollusco che fungono da ospite intermedio vive nel Bel Paese, non si hanno casi autoctoni di schistosomiasi. Tutti i casi che si registrano in Italia sono importati da persone provenienti dalle aree di endemia ma non è escludibile che con il tempo e con i cambiamenti climatici anche il nostro Paese possa rischiare casi autoctoni (come accade nelle altre aree mediterranee succitate).
La diagnosi si basa sull’identificazione delle uova del parassita nelle urine o nelle feci. Il trattamento standard prevede l’uso di praziquantel, un farmaco antiparassitario efficace contro gli schistosomi adulti. Tuttavia, l’accesso al trattamento può essere limitato in alcune regioni, rendendo la prevenzione fondamentale.
Cosa fare, quindi, per prevenire il rischio di infezione? Si consiglia di evitare il contatto con acque dolci potenzialmente contaminate, soprattutto in aree note per la presenza del parassita. In caso di esposizione accidentale, asciugarsi immediatamente e vigorosamente può aiutare a rimuovere le larve prima che penetrino la pelle.